Riprendersi il nome, riprendersi la faccia. Riprendersi la strada.
Quest’anno sono vent’anni di Strade Blu, non servono molte parole per dire che ci saremmo aspettati un anniversario diverso, una festa più festosa. Esserci ancora è un traguardo concreto. Per ora ci basta.

Siamo passati da un anno di Assembramenti, in apnea, attraversiamo anche questa stagione di attesa, una diversa attesa, mantenendo alto lo spirito. E annusiamo l’aria, per capire dove vada la musica, e dove possiamo ancora andare noi, dietro la musica, dentro la musica.

Attraversiamo questa nuova stagione riprendendo il nostro nome, e la nostra faccia, appunto. E’ un piccolo segnale. Cerchiamo di dare un senso a questa sospensione, ripartendo dai nostri compagni di strada, dai loro dischi nuovi usciti in mezzo al silenzio assordante di queste stagioni. Dalle loro storie.

E da qualche vecchio amico internazionale, che ricomincia ad affacciarsi alle nostre latitudini.Il tutto con un certo stile, speriamo. Che è il nostro da sempre, negli eventi grandi come nelle piccole cose. Quello stile e quel modo di guardare i suoni dall’alto – privilegiando quelli che raccontano storie di identità, di terra e di appartenenza – che è la nostra candelina sulla torta. Quella che vogliamo tenere accesa.

Sosteniamo gli artisti, seguiamo il loro concerti e compriamo i loro lavori. Usciamo di casa. Lasciamo rientrare la musica – e la comunità, che è un elemento imprescindibile del nostro modo di vedere la musica – dentro i giorni, dentro i polmoni e dentro il cuore.

Anno venti, anno zero?
Anno uno.
Tanti auguri a noi.