Suoni di incontro, come sempre nella tradizione del festival
questa volta declinati in un gioco di specchi, fra il territorio e il mondo, in un’ idea di folklore allargato, di movimenti sonori in piu’ direzioni, di migrazioni senza passaporti, di apertura e di recettivita’ ai suoni globali, un’ accoglienza che diventa apertura e scambio.
Gli artisti scelti sono artisti romagnoli, da sempre nell’ orbita del festival, che in questi anni hanno tenuto aperte finestre sul suono del mondo, collaborando con artisti internazionali, importando ed esportando un’ idea di musica che nasce di “ di genere ” ma che non perde il treno dell’evoluzione.
Tre i poli del progetto, sempre con una forte idea “ ritmica ” al centro.